Lessenza del Cristianesimo
I Musulmani domandano
Succede talvolta che un Musulmano che non ha mai posto alcuna domanda specifica sulluna o laltra dottrina del Cristianesimo, possa domandare – per curiosità o per interesse personale – Qualè lessenza del Cristianesimo? Qualè la sua caratteristica principale? Cosa cè al suo centro? Questo capitolo, pertanto, si propone di presentare come i Musulmani prima di tutto, e i Cristiani poi, concepiscono lessenza del Cristianesimo.
II. Visione musulmana
In generale
1. In genere, il Musulmano è profondamente convinto che lIslam sia lultima, più perfetta e più completa, tra le religioni rivelate. Altre religioni, soprattutto Ebraismo e Cristianesimo, erano valide già prima dellIslam, ma oramai sono superate. La vera religione è lIslam e solamente un Musulmano può avere la salvezza.
Allo stesso tempo, un Musulmano può aprirsi ad alcuni valori religiosi che incontra nella vita dei Cristiani. Questo, però, non fa che aumentare la sua sorpresa per il fatto che gente che abbia incontrato lIslam, e lo abbia addirittura studiato, continui a rimanere Cristiana invece che accogliere con gratitudine la possibilità di dare compimento ad ogni sua aspettativa nellIslam, la vera e definitiva religione. Forse il Musulmano potrebbe pensare che sia un attaccamento emozionale alla religione e alla cultura occidentale, un legame che non può giustificarsi razionalmente, ad impedire ai Cristiani di aprirsi allIslam. Oppure ci sono altri motivi?
2. Altri Musulmani presentano argomenti più precisi. La religione di Gesù, si sostiene, è lIslam, cioè lannuncio dellunico Dio e la chiamata a servire solamente lui. I Cristiani però hanno distorto molto presto questannuncio, e Paolo, in particolare, viene stigmatizzato per questa distorsione. Per altre cose, la colpa principale risiede nellunione della Chiesa con il potere statale sin dal tempo di Costantino il Grande. In ogni caso il Vangelo originale di Gesù è stato falsificato dai Cristiani.(75)
3. Altri Musulmani ancora, ritengono che il punto di vista sul Gesù storico elaborato da una certa esegesi biblica sia significativo anche per loro, poichè arriva a metter in questione la base storica di alcuni credo cristiani su Gesù che i Musulmani non condividono. Pertanto rifiutano i dogmi centrali della fede cristiana come fossero errate interpretazioni del vero messaggio di Gesù. Il risultato di questa cattiva interpretazione o falsificazione (tahrif) è rappresentato dallesistenza di quattro Vangeli (al posto dellunico e originale Vangelo) nel Nuovo Testamento oggi disponibile.
4. Un interessante punto di vista, anche se molto soggettivo, è stato presentato dal medico egiziano, letterato e pensatore religioso Kamil Hussein(76). Secondo lui, lessenza del messaggio di Mosè era il timore di Dio; quella del messaggio di Gesù era lamore; quella del messaggio di Muhammad era la speranza nel Paradiso. Il significato del Cristianesimo, secondo la sua visione, è spiegato così: Credere, nel profondo della nostra anima, che ciò che ci porta a fare il bene è lamore di Dio; questo ci porta ad amare anche tutti quelli che Dio ama; ad evitare tutto ciò che fa del male agli altri, poiché Dio ama tutti gli uomini senza distinzione; e, infine, a sapere che non possiamo amare Dio se arrechiamo danno ai suoi amici, cioè agli altri uomini.(77)
5. Perciò, oggi, tra i Musulmani, possiamo trovare due valutazioni del Cristianesimo contrastanti:
a) positiva: il Cristianesimo è una religione del libro, ha origine da Abramo così come lEbraismo e lIslam. È una religione rivelata (celeste). I Cristiani sono dunque vicini ai Musulmani, non sono loro ostili (sura 5,82). Essi sono credenti, e tutti i credenti sono fratelli (sura 49,10). Sono monoteisti. Pregano. Si sentono responsabili per il generale benessere dellumanità; il Cristianesimo esige dai suoi fedeli che mostrino amore per i poveri.
b) negativa: i Cristiani sono degli infedeli (kuffar) e dei politeisti (mushrikûn). Essi adorano un uomo, Gesù, e ne fanno un Dio. Essi credono in tre divinità (Maria e Gesù accanto a Dio). La loro fede è molto complicata mentre lIslam è semplice. La loro Scrittura, il Vangelo, è stata alterata e falsificata e non si presenta più nella sua forma originale. La loro religione è stata superata dallIslam. La Chiesa e il suo Magistero hanno soffocato la libertà di pensiero ed hanno condannato la scienza (vedi ad esempio il caso di Galileo Galilei, 1564-1642). I Cristiani rifiutano lIslam e la sua fede nellassoluta unicità di Dio e in Muhammad come lultimo dei profeti. Non compiono la preghiera secondo le prescrizioni e non digiunano. La loro religione è unidirezionalmente spirituale, esige cose innaturali come il celibato; disprezza il corpo ed è ossessionata dallidea e dallonnipresenza del peccato.
In particolare
1. Nel Corano vengono presentate due posizioni divergenti tra loro: una loda il Cristianesimo mentre laltra gli si oppone in modo ostile. NellIslam, preso nel suo insieme, sia nel passato che oggi, possiamo trovare entrambe le tendenze.
a) La tendenza positiva: la incontriamo innanzitutto nellammirazione senza riserve per le figure religiose particolarmente care ai Cristiani: Gesù, sua madre Maria, gli Apostoli, Giovanni il Battista, Zaccaria, ecc. Questa ammirazione si estende anche al Vangelo in quanto libro, che fu fatto scendere su Gesù, e che viene riconosciuto dal Corano, benché solamente nel suo testo originale e nel suo significato autentico ed incorrotto. Secondo la testimonianza del Corano al tempo del Profeta cerano anche alcuni Cristiani vicini allIslam, definiti come i più cordialmente vicini allamore... (sura 5,82), miti e umili (cf. sure 3,199; 3,110.113.115; 4,55; 5,66). Tuttavia, il giudizio coranico su monaci e sacerdoti sembra essere molto ambiguo (cf. da una parte Sure 5,82; 24,36-37; 57,27; dallaltra Sura 9,31.34).
b) La tendenza negativa: riguarda principalmente la dottrina cristiana relativa a Dio e a Gesù. I Cristiani hanno fatto di Gesù un dio e lo chiamano il Figlio di Dio (cf. Sure 4,71; 5,17.72; 43,59; 9,30-31); adorano tre divinità (cf. Sure 4,171; 5,73.116), e asseriscono che Gesù sia stato crocifisso (cf. Sure 4,156; 3,55). Inoltre si sono presi i loro dottori e i loro monaci come Signori in luogo di Dio (sura 9,31). Eccedono nella loro religione (cf. Sura 4,171) e sono divisi in sette per le diverse opinioni sulla persona di Gesù (cf. Sure 5,14; 19,37; 2,133.145; 3,61). Sostengono che solamente i Cristiani possano entrare in Paradiso (cf. Sura 2,111). Si qualificano come amici diletti di Dio e suoi figli (cf. Sura 5,18), Dio però li punirà per le loro mancanze. Ad Ebrei e Cristiani, cioè la Gente del Libro, piacerebbe farvi tornar miscredenti dopo che voi avete accettato la Fede, per linvidia che nasce loro nellanimo allorché vedono manifesta la verità (Sura 2,109; cf. 3,110); e i monaci (come anche i rabbini ebrei) nella loro corruzione morale consumano i beni altrui (Sura 9,34).
Questa visione contraddittoria si ripercuote, senza dubbio, sullatteggiamento conflittuale dei Cristiani verso Muhammad ed il Corano: alcuni li accolsero mentre altri li contrastarono. Questo contrasto si riflette nel Corano cosicché i Cristiani vengono considerati alcune volte come appartenenti al gruppo privilegiato della Gente del Libro, altre volte come appartenenti allinfausto gruppo degli infedeli (kuffâr) e di politeisti idolatri (mushrikun). Proprio questa ambiguità ha caratterizzato latteggiamento musulmano verso il Cristianesimo fino ai nostri giorni. Il modo in cui il Cristianesimo ed i Cristiani sono considerati – se come infedeli o come Gente del Libro e monoteisti – dipende, pertanto, in buona parte dalla convivenza pacifica o conflittuale tra Cristiani e Musulmani, esattamente come ai tempi del Profeta.
2. La stessa bivalente visione è presente nella tradizione e nella teologia islamica sebbene esse tendano a dare maggior rilievo alle affermazioni negative del Corano. Dobbiamo essere coscienti di questa doppia eredità: da un lato la tradizionale condanna delle dottrine cristiane e degli insegnamenti morali, spesso connessi al neocolonialismo ed alla civilizzazione occidentale, ritenuta corrotta; dallaltro la visione completamente contraria, anchessa radicata nel Corano, che considera il Cristianesimo come una delle tre religioni monoteistiche (celesti) e che guarda ai Cristiani come fratelli e sorelle nella genuina fede in Dio (sura 49,10, almeno fintanto che i Cristiani sono inclusi tra i credenti qui menzionati).
Nella visione negativa vanno fatti notare, in particolare, tre aspetti:
a) Il Cristianesimo esagera la natura della relazione tra il Creatore e le creature, poiché parla di un reciproco amore tra Dio Padre e gli uomini suoi figli.
b) Esso esagera anche nella sua accentuazione degli aspetti spirituali cosicché il suo esclusivo interesse nella vita a venire e nellanima è fatto a spese della vita terrena e del corpo, esattamente come lindividuale è accentuato, mentre è trascurato il significato della dimensione sociale della vita – tutto ciò contrariamente allIslam, che è invece la religione che si rivolge alluomo completo.
c) Infine, il Cristianesimo non rispetta sufficientemente la trascendenza di Dio perché considera Gesù sia uomo sia Dio allo stesso tempo e anche perché parla di partecipazione delluomo alla vita divina.
III. Visione cristiana
In ciò che segue saranno messe in evidenza, tra le molte possibili, due dimensioni del Cristianesimo.
1. Il Cristianesimo come Via dellamore
1. Il termine Cristiano fu applicato per la prima volta ai seguaci di Gesù dai Gentili di Antiochia (lodierna Antakyra, situata nel Sud-est dellodierna Turchia) intorno allanno 43 d.C. (Atti degli Apostoli 11,26). Essere Cristiano significa credere che Gesù, il profeta di Nazaret, che passò beneficando (Atti degli Apostoli 10,38) e che morì in croce e risuscitò dalla morte, sia il Cristo (il Messia), chi è stato suscitato da Dio come ultima e definitiva rivelazione di Dio agli uomini. Seguendo lesempio di Gesù, e per mezzo della sua forza, i Cristiani cercano di vivere la loro relazione con Dio e con il prossimo in accordo con la volontà di Dio e nel servizio agli altri. Questa volontà di Dio consiste nellamare gli uomini – che sono tutti chiamati a diventare figli di Dio – con lo stesso amore; siamo chiamati ad amare sia Dio sia i nostri fratelli e sorelle.
I Cristiani credono che Gesù, morto sulla croce, è risuscitato dalla morte ed ha ora parte alla gloria di Dio Padre, ed è vivo e presente sempre ed ovunque.
2. Durante la sua vita sulla terra Gesù annunciò che Dio è Padre: suo proprio Padre, Padre dei Cristiani e Padre di tutti gli uomini (cf. Giovanni 5,18; 20,17; Matteo 6,9 e paralleli). Questo Dio-Padre desidera che tutti gli uomini si considerino come suoi figli. Descrivendo la relazione tra Dio e luomo con i concetti di padre e figlio, Gesù sceglie una immagine forte per esprimere lamore di Dio: lamore di un padre per i suoi figli(78). Tuttavia, dal punto di vista cristiano, questo non comporta una paternità in senso fisico tra Dio e le sue creature.(79)
In un modo a lui proprio, Gesù dà nuova vita ad un aspetto essenziale della comprensione di Dio nellAntico Testamento (la Torah): Dio ama il suo popolo di un amore ardente, come una madre ama i suoi bambini (Isaia 49,14-15; cf. Osea 11,1-4); come uno sposo ama sua moglie, anche quando gli è infedele (Osea 1-3; Ezechiele 16), come un fidanzato ama la sua fidanzata (Cantico dei Cantici). Gesù rivela la pienezza dellamore incondizionato di Dio per gli uomini. Questo andò molto oltre rispetto a ciò che si poteva immaginare ai tempi di Gesù, quando si pensava che lamore di Dio si estendesse solamente agli Ebrei, anzi, solamente ai giusti del popolo ebraico. Questa dottrina escludeva dal regno di Dio non solo i non Ebrei, ma anche gli Ebrei che venivano considerati pubblici peccatori (come i funzionari delle tasse) ed anche coloro che soffrivano di malattie contagiose come la lebbra.
Gesù ha totalmente rovesciato questa concezione dei rapporti tra Dio e luomo. Egli ha annunciato che Dio si rivolge ad ogni uomo con lo stesso amore. Dio, il Padre di tutti gli uomini, li ama tutti senza distinzioni. Se si potesse parlare di un amore speciale di Dio per qualcuno, esso si riferirebbe a coloro che la società condanna ed esclude: pubblici peccatori (pentiti) e Gentili: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio (Matteo 21,31; cf. Matteo 8,10; Luca 7,9.36-50).
Questo è il motivo per questo Gesù, in conformità con la rivelazione di Dio come Padre universale e misericordioso, era sempre pronto ad accogliere quanti – poveri o peccatori notori – si rivolgevano a lui per uscire dalla loro miseria materiale o morale. Gesù non ha mai rifiutato nessuno, ha accettato inviti sia da persone di buona reputazione e da Farisei come anche da esattori delle tasse e peccatori. Non gli fu forse rinfacciato di mangiare con i peccatori? (Matteo 8,10; 11,19; 21,31; 9,10-13; Luca 7,9.36-50; 15,1-2.7.10; 19,7) Proprio in tal senso egli disse di non essere venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori (Matteo 9,13; Marco 2,17; Luca 5,32). Egli era severo con chi era orgogliosi della loro rettitudine ma che allo stesso tempo condannavano i peccatori, i poveri e i pagani (Matteo 29,3.13-36; Luca 11,42-52; 18,9-14). Egli insegnava, infatti, che ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione (Luca 15,7.10). Questatteggiamento divino verso i peccatori è rappresentato in modo stupendo nella parabola del figliolo prodigo (Luca 15,11-32) e in altre parabole che hanno la misericordia di Dio come loro tema centrale (Luca 13-15).
Gesù combatté contro tutto ciò che divide gli uomini in virtuosi e peccatori. Egli relativizzò addirittura alcune delle prescrizioni più sacrosante della Legge giudaica, come ad esempio quella relativa allo Shabbat (Matteo 12,8; Marco 2,27; Giovanni 5,6) o al culto esclusivo nel tempo di Gerusalemme (Giovanni 4,20-21; 2.13-17). Perché il sabato è stato fatto per luomo e non luomo per il sabato (Marco 2,27). I capi del popolo ebraico hanno condannato a morte Gesù e hanno fatto pressione perché fosse giustiziato dai Romani. Questo fecero anche perché egli aveva annunciato lincondizionata disponibilità di Dio al perdono e alla riconciliazione. Questo annuncio metteva in questione le stesse fondamenta dellautorità dei capi del popolo. Sembrerebbe che Dio Padre fosse della stessa opinione di questi capi dato che lasciò mano libera a quanti misero in croce Gesù. Ma Dio non lo abbandonò al potere della morte (Atti degli Apostoli 2,27), ma lo risuscitò dai morti, primogenito dei morti (cf. Colossesi 1,18; At 26,23; Apocalisse 1,5), e lo assise alla sua destra. Noi tutti ne siamo testimoni, disse Pietro (Atti degli Apostoli 2,24-32). Dunque Gesù è veramente il Signore, dotato della stessa autorità di Dio; quel Dio che confermò solennemente il messaggio e la verità di quanto Gesù aveva detto su Dio e sugli uomini.
3. Questo messaggio è lannuncio di un amore senza confini, lamore di Dio che ama ogni uomo e invita ciascuno a divenire suo figlio; che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti (Matteo 5,45).
4. E chiaro, dunque, che Gesù indica il precetto dellamore come il precetto più importante della Legge. Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. [...] Amerai il prossimo tuo come te stesso (Matteo 22,37.39). Già lAntico Testamento collega lamore di Dio e lamore del prossimo (Deuteronomio 6,5; Levitico 19,18) e Gesù eleva questo amore. Egli ne fa un comandamento nuovo (Giovanni 13,34), non solamente perché viene da lui considerato come il compendio di tutta la Legge e i Profeti (Matteo 22,40; 7,12; Luca 6,31), ma anche perché a questo amore per Dio e per il prossimo è stato dato attraverso di lui un nuovo significato.
Lamore di Dio, Padre di tutti gli uomini, esige lamore per tutti, perché Dio ama tutti come suoi propri figli. Per un Ebreo del tempo di Gesù, il prossimo che doveva essere amato era rappresentato dal compagno di religione ebraica. Per Gesù, invece, ogni persona deve essere amata, anche il peccatore e persino il proprio nemico; fu sempre più chiaro – a lui e ai primi Cristiani – che in questo comandamento erano inclusi anche i pagani e quanti professavano altre religioni (Samaritani, Siro-fenici, Romani ecc.). I discepoli di Gesù sono dunque invitati ad amarsi gli uni gli altri secondo le sue parole, perché da questo tutti sapranno che siete miei discepoli (cf. Giovanni 13,35; 15,12-17). Lamore si estende anche ai nemici e ai persecutori:
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste (Matteo 5,43-48).
Invece di ricambiare il male con il male essi devono ricambiare il male con il bene (Matteo 5,38-42), devono perdonare senza misura e senza limite (Matteo 18,21-22) proprio come perdona Dio (Matteo 6,12 nel Padre nostro) e come Gesù ha perdonato coloro che lo hanno inchiodato alla croce (Luca 23,34). Questo non significa restare indifferenti davanti al male e allingiustizia, o plaudire ad essi; significa perdonare gli uomini malvagi ed ingiusti, perché solo il perdono li libera dal male e li porta alla riconciliazione con Dio e con gli altri.
Questo amore non conosce confini, poiché è immagine dellamore di Dio, che perdona, riconcilia e opera la pace, e perché consiste nel dono di sé agli altri, tanto a Dio come al prossimo. Lamore non cerca il proprio interesse. Lamore è dono e per-dono: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (Giovanni 15,13). Infine Gesù non si è limitato semplicemente ad annunciare tale amore; lo ha vissuto e ha sacrificato la sua stessa vita per tutti gli uomini, anche per i suoi nemici, che ha perdonato dalla croce.
Soltanto dopo la morte e la Resurrezione di Gesù, gli Apostoli ed i primi Cristiani compresero pienamente che il senso profondo della vita e dellinsegnamento di Gesù consistevano nellamore, nellamore di Dio per noi e nel nostro amore per Lui e nel suo infinito amore per tutti. Essi arrivarono ad affermare che la vera prova dellamore per Dio è lamore per il prossimo (si veda la 1Giovanni ed in particolare 1Giovanni 4,20-21); un amore efficace, non a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità (1 Giovanni 3,18-19). Da questo abbiamo conosciuto lamore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli (1 Giovanni 3,16). Ed i primi Cristiani vissero davvero questa stretta comunità di amore fraterno (Atti degli Apostoli 2,42-46; 20,7-11). Riflettendo sul messaggio e sulla vita di Gesù e illuminati dallo Spirito Santo, gli Apostoli iniziarono infine a comprendere: se a Gesù fu possibile, nel modo indicato, rivelare così chiaramente lessenza di questamore di Dio e viverne la risposta, questo fu possibile essenzialmente solo perché egli era Figlio di Dio e ciò in un modo tutto particolare ed unico, inviato dal Padre per comunicare questamore. Perché Dio è amore (1 Giovani 4,8-16), e in questo si è manifestato lamore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui (1 Giovanni 4,9). Questo Dio amoroso si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria (Giovanni 1,14). Gesù, la Parola di Dio, è la rivelazione dellamore di Dio perché egli è suo Figlio. Di certo questa rivelazione dellamore in Gesù e attraverso Gesù, deve essere ricevuta dallumanità intera e deve essere resa concreta nei fatti, fino alla fine dei tempi, attraverso la potenza di Dio e dello Spirito Santo, efficaci nella Chiesa e al di là di essa.
Paolo ha sottolineato che solamente lo Spirito di Dio, mandato da Gesù dopo la sua resurrezione (Giovanni 7,37-38; 16,7-15), ci rende possibile chiamare Dio Padre nostro (Romani 8,15; Galati 4,6) e amare lui e il nostro prossimo con lo stesso amore che abbiamo ricevuto da Dio (1 Tessalonicesi 4,9; Romani 5,5; 15,30; cf. 1 Giovanni 4,7). Nel suo Inno alla carità Paolo insiste che ogni nostra azione riceve il suo valore dallamore e che senza lamore anche i più preziosi carismi sono senza valore (cf. 1 Corinzi 13).
5. La dottrina cristiana ufficiale o i dogmi, formulati nei primi secoli, indicano limportanza di Gesù Cristo e come essa fu elaborata nelle dispute con le principali correnti filosofiche e religiose del tempo. Essi cercano di conservare la fede del Nuovo Testamento in un contesto ormai mutato.
6. Cristianesimo, dunque, vuol dire seguire la via dellamore la cui sorgente è Dio stesso (1 Giovanni 4,7); essa ci è stata rivelata in Gesù, il Figlio del Padre, col suo annuncio, ma anche con la sua vita, morte e resurrezione. La Chiesa di Cristo si fonda su questo amore e questo amore alimenta la sua vita.
Lesercizio dellautorità nella Chiesa è in primo luogo un servizio alla comunità dei discepoli di Gesù, secondo il modello damore che vive in Dio stesso. Di conseguenza, lesercizio di questa autorità richiede un amore per Gesù che sia disposto a un costante servizio (cf. il dialogo di Gesù con Pietro in Giovanni 21, 15-17: Pietro, mi vuoi bene? ... Pasci le mie pecorelle). In ogni caso, questa comunità damore tra i Cristiani non deve mai essere narcisista, orientando questo amore solo al suo interno. Essa è essenzialmente testimonianza, perché il mondo creda (Giovanni 17,21). È dovere di ogni singolo Cristiano, come dellintera comunità, essere testimone di questo amore nel mondo, impegnandosi per la giustizia, la riconciliazione e la pace. Questo è un alto ideale, mai pienamente realizzato nella prassi, pur tuttavia lunico a cui ogni cristiano deve continuamente aspirare, secondo la misura dei doni che ha ricevuto. Purtroppo, più volte nel corso della storia, i Cristiani in generale e la Chiesa in particolare, sono stati infedeli a questo ideale; questa triste e spiacevole realtà deve essere onestamente riconosciuta(80). Tuttavia, la buona novella di Gesù è sempre presente ed attiva, oggi come ieri. Essa spinge la Chiesa a vivere secondo la legge di questo amore e a lavorare per la sua ulteriore diffusione nel mondo, ad abbattere ogni barriera che possa dividere gli esseri umani, siano essi di natura razziale, sociale o religiosa, a lottare contro il peccato radicale dellegoismo e dellodio. Ogni Cristiano è chiamato in Cristo ad impegnarsi in modo incondizionato affinché lamore trionfi.
Excursus: lIslam e lamore di Dio
Affermare che lamore di Dio e del prossimo sia il comandamento centrale ed essenziale del Cristianesimo non significa che le altre religioni, e in particolare lIslam, semplicemente ignorino questo duplice comandamento. Neanche significa che sia solo cristiano loccuparsi damore, o chi pratica lamore e vive una vita permeata damore. Infatti, nellIslam esiste un cammino di amore, praticato da molti Musulmani, normalmente senza riferimento allinsegnamento di Cristo o al Cristianesimo.
1. Solamente qualche versetto, nel Corano, parla esplicitamente dellamore di Dio, sia esso lamore di Dio per gli uomini (Dio è detto al–wadud, lAmorevole [Sure 11,90; 85,14]; Dio che stende il suo amore [mahabba] su Mosc [Sura 20,39]), oppure lamore delluomo per Dio (quattro volte, cf. Sure 2,165; 3,31; 5,54). Ci sono anche due versetti che parlano dellamore vicendevole tra Dio e gli uomini che Egli amerà come essi ameranno Lui; in sura 5,54 questo è detto nel contesto del jihad, inteso qui come lotta fisica contro gli infedeli, come guerra santa. In ogni caso, sulla base di questi versetti del Corano non possiamo dire che lamore di Dio per luomo e delluomo per Dio rappresenti un tema centrale nellIslam. Lessenza del messaggio coranico è costituito dallannuncio dellunico e solo Dio, giudice giusto e pieno di misericordia. Purtuttavia, lamore è un tema del Corano, degli Hadith e della dottrina dellIslam classico, che forniscono quindi sia il concetto sia la terminologia affinché la tradizione spirituale dellIslam vi possa attingere.
2. Questa tradizione spirituale è soprattutto quella dei mistici musulmani, i Sufi. A cominciare dalla straordinaria Rabia, nellviii secolo d. C., i Sufi hanno fatto dellamore per Dio (piuttosto che dellamore di Dio per gli uomini) lasse centrale della loro ricerca di Dio. Dai grandi Sufi dei primi secoli islamici questo cammino dellamore fu accolto nellIslam ortodosso, grazie soprattutto a Muhammad al-Ghazali (morto nel 1111), che sottolineò che solamente Dio merita di essere amato e che considerò questo amore (mahabba) come il punto più alto e lobiettivo della sua ricerca spirituale. Più tardi lideale dellamore per Dio si estese a tutto il mondo musulmano attraverso le fraternità religiose. Divenne un importante tema di meditazione e fu completamente accettato dallIslam ufficiale.
Questamore di Dio ha, per così dire, dei caratteri tipicamente islamici. Esso è compreso soprattutto come amore delluomo per Dio, meno come amore di Dio per luomo. Questo perché lamore è visto come una mancanza e il Dio della fede islamica è completamente libero da una tale dipendenza. Nella concezione musulmana, lamore è un anelito verso Dio, un anelito a giungergli più vicino; tuttavia, ogni idea di unione amorevole tra Dio e luomo è assolutamente esclusa. Infine, questo amore per Dio può esigere anche lamore verso il nostro prossimo, ma in nessun caso lamore per le creature può essere posto, né deve esserlo, sullo stesso piano dellamore per il Creatore. Alcuni mistici musulmani, fra cui Rabia e al-Ghazali, erano dellopinione che per votarsi completamente allamore di Dio fosse necessario prendere il più possibile le distanze da tutte le creature.
2. Il Cristianesimo come via verso il compimento delluomo
1. Per il fedele, sia egli Cristiano o Musulmano, luomo è opera delle mani di Dio, creato a sua somiglianza e destinato a ritornare a lui. Questa è la chiamata fondamentale dellindividuo, del genere umano e di tutta la creazione, che anela alla liberazione da tutte le forme di oppressione per poter finalmente entrare nella gloria di Dio (cf. Romani 8,19-25; sure 81; 82; 99; 101). Questa comune vocazione costituisce anche una somiglianza basilare tra tutti gli uomini, di là dalle differenze di razza, posizione sociale e religione.
2. La posizione assunta dal Corano allinterno della fede islamica corrisponde a quella che nel Cristianesimo viene assegnata alla persona dello stesso Gesù, la Parola di Dio. Il Cristianesimo, perciò, non propone principalmente una dottrina ma una via, la via della sequela di Gesù. Ogni uomo è chiamato a diventare figlio/figlia adottivo/a di Dio in Gesù Cristo (Efesini 1,5). Tra il Creatore e la sua creatura vige un amore reciproco. Il Creatore è Padre, gli uomini sono suoi figli. Lintimità di questa relazione supera di gran lunga quella tra servo (abd) e Signore (rabb). Il Cristiano è chiamato ad amare Dio e tutti gli uomini, perché tutti gli uomini sono fratelli e sorelle di Gesù e figli dello stesso Padre.
Amare Dio e gli uomini è lunico vero modo per compiere la realizzazione delluomo. Questo va ben oltre lamore naturale tra gli uomini, poiché Gesù esige che non si renda male per male, bensì che si perdoni sempre e addirittura che si ami il proprio nemico. Nessuno è capace di un tale amore con le proprie forze. Esso, piuttosto, è un dono di Dio, che consiste nel renderci capaci di amare i nostri fratelli e le nostre sorelle così come Lui li ama. Gesù stesso ha vissuto questo annuncio fino al punto di morire sulla croce. Rifiutare la fede in questo Dio – quali che siano le spiegazioni personali di un tale rifiuto – significa svuotare luomo del suo senso fondamentale.
3. Il Regno di Dio rimane un obiettivo non ancora realizzato, una meta non ancora raggiunta. Il compimento delluomo in questo mondo non si potrà mai realizzare completamente. La speranza del suo totale compimento è la grande forza che stimola lumanità ad andare avanti. Il progresso, in tutti i sensi, resta sempre una possibilità fino alla fine dei tempi e, a livello individuale, fino alla morte. Questa viene vista da alcuni come prova della vanità e della mancanza di senso della vita umana; per i credenti, invece, la morte di Gesù sulla croce apre la via alla sua Resurrezione e a quella di ogni uomo. Gesù trasforma la morte in una vittoria sulla morte stessa. La fine della vita umana e la fine del mondo nellultimo giorno aprono il cammino alla vita eterna, al suo compimento finale. Allora ogni uomo vedrà Dio faccia a faccia in un cielo nuovo e una terra nuova. Lì lumanità e la creazione intera troveranno la loro perfetta e finale realizzazione (Romani 8,22-23).
4. La dignità delluomo si basa sul fatto che egli è stato creato ad immagine di Dio (Genesi 1,26-27 citato in 1 Corinzi 11,7; Colossesi 3,10; Giacomo 3,9) e ad immagine di Cristo (Giovanni 1,3; Romani 8,29; 1 Corinzi 8,6; Colossesi 1,16; Ebrei 1,2). Per questo lessere umano non deve mai diventare un mezzo per raggiungere un fine. I suoi diritti devono essere rispettati da ogni genere di potere, sia esso di natura secolare, religiosa, sociale o politica.
Ma la persona umana può raggiungere il suo compimento solamente allinterno di una comunità di persone libere ed indipendenti. Per questo la famiglia e le altre forme di comunità umana giocano un ruolo indispensabile a livello nazionale e internazionale. I diritti del singolo individuo e quelli della comunità devono stare in un rapporto di attento equilibrio. Le comunità umane, sia secolari che religiose, servono al bene comune se e nella misura in cui rispettano la dignità della singola persona.
Excursus: Umanesimo musulmano(81)
Il Cristianesimo non è la sola religione a pretendere di offrire una visione completa delluomo, della sua origine e del suo destino. LIslam ha una simile pretesa. Lumanesimo musulmano ha molte cose in comune con quello cristiano. Tuttavia, essenziali differenze di aspetti permangono, nella misura in cui lumanesimo cristiano pone Cristo al suo centro mentre quello musulmano vi pone il Corano.
Il Corano insegna che Dio creò Adamo con le sue mani (sura 38,75), formandolo dallargilla (cf. Sure 7,12; 23,12; 32,7); spesso viene anche menzionata la creazione delluomo dal seme maschile (Sure 22,5; 32,8; 80,19). E ancora, Dio soffiò il suo spirito in Adamo (Sure 15,29; 32,9 38,72). Un famoso Hadith insegna, in termini molto simili a Gen 1,26, che luomo è stato creato a immagine di Dio.
Luomo è stato creato per adorare lunico Dio, per servirlo, per obbedirgli, per lodarlo e ringraziarlo (Sure 4,1; 51,56; 3,190-191; 7,172; 30,17-18). Luomo è una creatura mortale (bashar), spesso ribelle. Tuttavia, ha il compito di rendere testimonianza allunico Dio (Sura 7,172-173).
Coloro che rifiutano la fede nellunico Dio devono essere considerati come animali (Sure 25,44; 8,55; 22,18). Lessere umano appartiene ad un rango più alto. Solamente ad Adamo Dio ha rivelato il nome di tutti gli animali, cosa che neanche gli angeli sapevano (Sura 2,31-33). Per questo Dio ingiunge agli angeli di inchinarsi davanti ad Adamo subito dopo la sua creazione. Solamente Satana (Iblis) si rifiutò di farlo (Sure 15,31; 18,50; 19,44; 20,116; 38,74). Luomo è il sovrano del mondo creato, che Dio gli ha consegnato al suo comando e al suo servizio (Sure 14,32-33; 16,12-14; 22,65). Egli è vicario di Dio sulla terra (Sura 2,30), unespressione citata spesso da autori moderni fautori di un umanesimo musulmano.(82)
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- (75) Molti Musulmani sono convinti che il Vangelo originale rivelato a Gesù, così comera prima della sua falsificazione, sia recentemente tornato alla luce grazie alla scoperta del Vangelo di Barnaba. In realtà questultimo è un falso del xvi secolo, prodotto o da un musulmano Andaluso convertito a forza al Cristianesimo, o da un musulmano che viveva a Venezia. Cf. Christine Schirrmacher, Der Islam, Volume 2, Hänssler, Neuhausen/Stuttgart, 1994, pp.268-289; Jan Slomp, The Gospel in Dispute, Islamochristiana, (Roma), 4 (1978), 67-111; e, per una breve dissertazione, Kate Zebiri, Muslims and Christians Face to Face, Oneworld, Oxford, 1997, pp. 45-46.
- (76) Al-Wadi al-Muqaddas (La Valle Santa), Dar al-Maarif, Cairo, 1968. Traduzione inglese: The Hallowed Valley. A Muslim Philosophy of Religion, Cairo, 1977.
- (77) Ibid., p. 31 della traduzione inglese.
- (78) Anche il Corano parla dellamore di Dio con parole che hanno una forte risonanza emozionale: mahabba, mawadda, rahma.
- (79) Si vedano le discussioni nel capitolo 2, sezione iv (La divinità di Gesù) e nel capitolo 5, sezione iv (Dio Uno e Trino).
- (80) Si veda Sezione iv, capitolo 6: La Chiesa.
- (81) A volte, il termine umanesimo viene associato al rifiuto di una fede religiosa; qui, invece, denota il modo in cui Musulmani e Cristiani, in una cornice specificamente religiosa, considerano la natura, la dignità e il destino dellumanità.
- (82) In una profonda riflessione sulla sura 33,72, il famoso pensatore contemporaneo Muhammad Talbi (nato a Tunisi nel 1921) spiega come Dio offrì la amana (il possesso della fede, ma anche la responsabilità per governare il mondo) al cielo, alla terra e ai monti, ma questi la rifiutarono, mentre luomo fu abbastanza stolto da accettarla. In questa accettazione Talbi vede la dimensione tragica del destino delluomo [si veda Comprendre, (Paris), 98 (novembre 1970)].